Il gioco e il divertimento fanno bene ai nostri amici a quattro zampe
“Il cane è il migliore amico dell’uomo”: non una semplice affermazione, ma una verità assodata che ogni amante degli animali non può contraddire. Fra tutti gli esseri viventi il cane è, in effetti, quello che ha intrecciato con la nostra specie il rapporto di collaborazione più stretto e di fiducia più profondo. Lo scopo di questo articolo vuole essere quello di offrire alcuni spunti che, nella vita quotidiana, possono aiutare a rafforzare questa amicizia nei tempi e nei modi giusti. Partiamo dal presupposto che il cane, così come l’uomo, è un animale sociale; e proprio socializzazione è la prima parola d’ordine. Il periodo tra l’ottava e la dodicesima settimana di età del cucciolo è un periodo fondamentale, in cui il nostro amico è una vera e propria “spugna”, pronta ad assorbire gli input provenienti dal mondo esterno. Tutte le esperienze, positive o negative, andranno a costituire un vero e proprio bagaglio a cui attingerà anche da adulto. Durante questo periodo far socializzare correttamente un cane, in modo graduale e positivo, facendolofamiliarizzare con persone e ambienti diversi, creerà un compagno a proprio agio nei più svariati contesti, che non si lascerà intimidire da sconosciuti e ci accompagnerà senza problemi nella vita di tutti i giorni. Ha bisogno di essere esposto a contesti diversi che non siano sempre il divano di casa: una passeggiata in campagna piuttosto che per strada dove incontrerà molti altri stimoli non dev’essere un incubo per noi né per lui. Il cane considera la sua famiglia un vero e proprio “branco umano”, ed è importante che abbia ben chiaro quale è il suo posto, quali sono le regole, cosa è permesso e cosa è proibito fare. Stabilire le regole in maniera coerente e chiara è un principio di convivenza importante perché se non saremo noi a stabilirle, lo farà il cane stesso, usando ovviamente il suo personalissimo metro di giudizio. Il nostro amico ha bisogno di riconoscere come riferimento una figura guida a cui affidarsi con fiducia, amore e rispetto; ma questo non deve essere un rapporto esclusivo: il cane deve conoscere più tipologie di persone possibile: bambini, anziani, adulti, ogni membro della famiglia e, possibilmente,abituato ad avere a che fare con figure professionali quali medico veterinario e toelettatore in modo sereno. Anche la gestione del cibo è fondamentale: è una risorsa da gestire adeguatamente, creando una sorta di “routine” fatta di orari precisi, evitando di mendicare cibo dalla tavola, offrendo la ciotola al cane solo in determinati momenti e, soprattutto, non lasciando cibo sempre a disposizione. Una delle attività più utili e importanti nella vita di un cane è senza dubbio il gioco: in questo modo impara a rapportarsi ai suoi simili ma anche alle persone; ed è proprio attraverso queste attività che si instaura un rapporto di complicità e disponibilità a “fare cose insieme”. Il cane attraverso il gioco impara a cacciare, a lottare, a difendersi e, anche se non esiste un gioco universale per ogni cane e per ogni età, dev’essere sempre vissuto come attività entusiasmante. Ricordiamo però che il cane deve avere anche i suoi momenti di relax, di solitudine e di spazi: una specie di “tana” in cui rifugiarsi quando non vuole essere disturbato (va benissimo un kennel). Prendere un cane in modo responsabile significa anche mettere in conto il tempo che abbiamo a disposizione scegliendo magari anche una razza con esigenze adeguate alle nostre disponibilità (ad esempioi segugi sono cani molto sofferenti in spazi troppo ristretti). Cerchiamo di condividere col cane più esperienze possibili, altrimenti il cane annoiato a morte cercherà di sfogare la sua depressione su attività inadeguate (tipo distruggere i divani) o semplicemente rassegnandosi, “spegnendosi”. Il cane non deve diventare un nostro schiavo o una marionetta, ma va aiutato a pensare , va guidato e soprattutto deve fidarsi di noi. A volte sono proprio i nostri atteggiamenti a creare problemi comportamentali anche molto seri, soprattutto quando le attenzioni sono “eccessive”: per evitare di trovarsi un animale ingestibile meglio riconoscere il problema e rivolgersi ad un professionista del settore che conosca bene il comportamento del cane, in modo da farsi aiutare per costruire una relazione stabile, sicura e serena.
Dr.ssa Tornese Francesca, Ambulatorio Veterinario Sant’Arcangelo (PZ) tel. 3421877145