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Abbiamo passato il 2018 a raccontare miraggi e grandi raggiri. Abbiamo oziato navigando a vele spiegate verso illusioni ottiche e inganni fatti di mezze parole, tortuose promesse, allettando il palato della povera gente dedita a lavorare notte e giorno per il solito tozzo di pane, che, alla fine con gocce di sudore in più, è riuscita a portare alla propria famiglia. I grandi ammiragli di questa nave, da molti chiamata Italia, in viaggio senza destinazione,con una visione non sicura verso un orizzonte probabilmente chiamato futuro, hanno goduto e continuato a spartirsi pezzi di pseudo potere facendosi crede i salvatori della nave. A marzo, poi, pirati e avventurieri sono scesi dalla nave assalendo la penisola con ricette di pessimi cuochi, addolcendoli con ingredienti inesistenti e dosi massicce di favole e false speranze. Qualcuno della ciurma si è ritirato, avendoben  capito il rischio a cui si andava incontro. Molti altri hanno preferito andare avanti paurosi di tornare indietro. Dire alla gente,che li aveva applauditi nelle piazze, che le speranze promesse erano soltanto dei soliloqui di fortuna per raggranellare consensi e per dare una spallata alla grande Comunità di Strasburgo, sarebbe stato altamente rischioso con l’annotazione di qualche morto. Morte che per qualcuno chiamato Premier, capo della ciurma, si è trasformata nella figura all’italiana, nel gergo classico legato a odori e profumi non gradevoli all’olfatto dei singoli. La grande Comunità di Strasburgo, appreso di questo virus che stava contaminando la penisola, ha subito messo in circolazione l’antidoto chiamato, procedura di infrazione. Con il coltello dell’infrazione alle spalle i piccoli pirati e avventurieri hanno smesso di giocare, deponendo le armi di plastica, e, indossati indumenti di fortuna per grandi, si sono finalmente messi a leggere e studiare cercando di far di conto: guardando nelle casse quanti spiccioli si potevano mettere a disposizione per il vivere quotidiano.Lotta dura ma sicura era il vessillo non dei pirati e avventurieri, ma della grande Comunità di Strasburgo, da tempo certi che tutto sarebbe stato ridimensionato ai limiti e termini prestabiliti. Mentre i pirati e avventurieri cercavano di contenere la folla, che li aveva osannati nel periodo dei Idi di Marzo, garantendo il reddito di cittadinanza insieme con una quota chiamata 100 per coloro che bramavano di abbandonare il lavoro e ritirarsi a vita privata, la Comunità di Strasburgo sghignazzava di brutto, sapendo far molto meglio di conto. Il reddito e la quota 100 sarebbe stati approvati, ma vincolata ad una clausola chiamata di salvaguardia, che negli anni avvenire la Comunità chiederà di incassare. Una piccola e sostanziale cambiale da fare pagare, dopo, nel silenzio assoluto, ai cittadini che nel 2019 avranno cantato e mangiato intorno al vitello d’oro. Un anno scivolato a raccontare favole vere con nuovi episodi che si racconteranno nel prossimo anno anche tra i sassi della Capitale della Cultura 2019. Matera, la città situata su un affioramento roccioso in un lembo della penisola chiamata Lucania, nell'Italia Meridionale. Città chiamata dei Sassi, un complesso di Case Grotta scavate nella montagna, evacuati nel 1952 a causa delle misere condizioni di vita. In questo luogo, che ospita musei, come la Casa Grotta di Vico Solitario, con mobili e utensili artigianali d'epoca, una delle vicine chiese rupestri è Santa Lucia alle Malve, con affreschi del XIII secolo;allo spegnersi delle luci soffocanti delle solite illusioni in mano si troverà una serie di dolci buone chiamate chiacchiere fatte di pasta frolla e zucchero velato. La famosa ferrovia mai voluta costruire potrà essere solo acquistata nei grandi negozi di giocattoli per ammirarla in una stanza o un studio di pregio.Poi le elezioni regionali previste per maggio sarà la parte conclusiva del capitolo che racconterà di un’antica e vecchia storia: fatta di massoni, lobbisti e una casta antica composta di arrivisti,di piccoli falsi imprenditori alla ricerca di ventura che faranno finta di combattersi in una pseudo singolar tenzone con l’accordo in tasca a governare insieme nell’interesse proprio ai danni del singolo Lucano. A questo punto per salvarsi sarà necessario, probabilmente, sfoderare la spada di un’azione lucana per dirimere la questione. Morti e feriti se ne conteranno a centinaia,ma se il popolo vorrà e deciderà di cambiare veramente, al voto tutti andranno e in via Verrastro gente di competenza e perbene siederanno tra i banchi della Regione. Senza inganni e con libertà di voto la Lucania racconterà non più la solita favola, menzogne di rito, novelle di apparenza, ma una nuova alba di vero e certo cambiamento. Insomma se nel 2018 ci siamo molto divertiti, ma nel contempo preoccupati, il 2019 non sarà da meno. Ma in Lucania la questione è molto seria. Dopo avergli tolto pranzo e cena, stretta si vuol tenere almeno una colazione abbondante. Insomma per il 2019 La Lucania avrà bisogno  di seri ed efficaci moschettieri al soldo del Re, chiamato grande Lucania. Buon Anno.  

Oreste Roberto Lanza