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I numeri sono dati oggettivi, sono fatti senza ombra di smentita. Il primo Capodanno, quello 2015-2016, realizzato da Rai Uno a Matera, per Matera Capitale della cultura 2019, riscosse uno share del 31,45 per cento. Mediaset portò a casa un dato del 17,49 per cento. “L’anno che verrà” di Rai Uno attirò circa 5.565.000 spettatori. Mediaset 2.729.000. Il Capodanno ultimo, 2018-2019, realizzato sempre a Matera, condotto dall’ormai consolidato Amadeus e un bravissimo Sergio Friscia, ha concretizzato, in media, il 32,1%. Gli spettatori sono stati ben 5.552.000. Mediaset, con lo show condotto da Federica Panicucci in diretta da Bari ha raccolto un 16,7%, con 2.425.000 di telespettatori. Dati alla mano nulla è cambiato da ambo le parti. In particolare Rai Uno, con “l’Anno che verrà” con il solito pacchetto di musiche classiche non fa registrare nessuna ulteriore miglioria. A questo dato varrebbe la pena di aggiungere il costo di un evento a cui non va soltanto sommato quello del palco megagalattico, ma quello di tanti poliziotti, carabinieri, vigili del fuoco, croce rossa, società di security, e uomini dell’antiterrorismo impegnati ad assediare una città, che pare non aver fatto mai registrare atti criminali e delinquenziali in eventi vari. Matera, la città della cultura 2019, legata e imbavagliata. Stretta nella propria libertà negli ultimi due giorni dall’evento. Tombini sigillati, controlli di documenti, direzioni obbligate anche nel semplice passeggiare con orari da coprifuoco. Sguardi di poliziotti in borghese a controllare atteggiamenti e comportamenti di singoli o gruppi con movenze particolari. Un mezzo mobile con l’installazione di tante piccole videocamere atte a registrare il numero delle persone con probabile identificazione. Nel giorno della fine dell’anno divieti ulteriori a non sostare vicino ai locali di ristorazione pena multe salate. Per non parlare dello spettacolo in sé.  Bravi i componenti dell’orchestra: a contatto con un freddo glaciale, hanno svolto il loro compito con grande professionalità. Bravo Sergio Friscia comico vero cresciuto di molto negli ultimi anni. Se ne sentirà parlare ancora. Poi un gruppo di chansonnier da brividi. Media oltre i settant’anni, con solite ritualità musicali leggere ormai con un valore per una seduta terapica di rilassamento. Giovani? Appena la bravissima Malika Ayanee il Volo, che pare abbiano cantato in playback insieme a Edoardo Vianello e con l’apparizione di un redivivo Alan Sorrenti. Poi Donatella Rettore, il gruppo Formerly of Chiccon il solito brano “Le Freak” datato 1978, Gianni Togni i Jalisse, con quell’unica vittoria sanremese del 1997, “Fiume di parole” infine, i Los Locos e per i più piccoli Maggie e Bianca. Presente anche Massimo Ranieri. Esperienza e professionalità condizionati da questi eventi che per lui appaiono una vera deminutio. Incredibile ma vero. La musica lucana di eccellenza accreditata sul palco con tre gruppi musicali: “Tarantolati di Tricarico “, le “Officine Popolari Lucane” e i “Renanera” messi in un angolo alla fine dell’evento Rai. Infatti, in particolare, il gruppo del cantautore lucano, Pietro Cirillo, è salito sul palco due ore dopo la mezzanotte. A presentarli Sergio Friscia senza Amadeus. Sarebbe stato giusto, dico giusto, che in casa dei Lucani i primi a salire sul palco fossero stati proprio le eccellenze musicali Lucane. Per salutare il nuovo anno, Matera è stata prima legata e poi costretta a seguire uno spettacolo confezionato a misura Rai e non per i desideri dei materani e dei lucani in genere. Una Lucania che pare non aver ancora trovato quella capacità di promuovere le eccellenze della propria Regione. Eppure in qualsiasi Regione si va il territorio promuove la propria musica, il prodotto tipico, promuovono di tutto e di più, costruendone una eccellenza conosciuta a livello nazionale finanche europeo. Un limite Lucano quello di guardare altrove, pensando di essere una ruota di scorta degli altri. Matera Capitale della Cultura 2019. Cultura di chi?. Ci si domanda da parte di qualcuno. La cultura nazionale o la cultura locale?. In piazza fiumi di parole e voce di tanti turisti. Siciliani, napoletani, romani, toscani pochi lucani presenti. Questo vuol dire qualcosa?. Attendiamo il cartellone degli eventi e iniziative culturali programmate dalla civica amministrazione per capire, al 31 dicembre 2019, se questo evento avrà lasciato una traccia indelebile per la nostra Basilicata.

Oreste Roberto Lanza