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Se viene a mancare l’interesse della politica o di alcune caste il “quorum si si abbassa di parecchio”

Il prossimo 12 giugno si vota per il rinnovo delle amministrazioni locali (oltre 980 comuni di cui 142 con popolazione superiore ai 15 mila abitanti e ben 838 inferiore ai 15 mila, 1000 sindaci da eleggere in presenza della nuova legge, 12 aprile 2022 numero 5, per il terzo mandato), e per esprimere una precisa indicazione su alcuni quesiti che riguardano la Giustizia, materia complicata per la maggioranza della popolazione, in aggiunta alla scarsa informazione a riguardo. Gli oltre otto milioni di elettori, per la precisione 8.932,624, sono chiamati a rispondere Si o No, su ben 5 referendum abrogativi promossi da Lega e Radicali che puntano a cambiare alcune norme tecniche dell’ordinamento giudiziario. Il primo quesito (colore rosso) riguarda l’abrogazione del Testo unico delle disposizioni in materia di incandidabilità e di divieto di ricoprire cariche elettive e di Governo conseguenti a sentenze definitive di condanna per delitti non colposi. In pratica si chiede all’elettore se vuole abrogare la legge Severino che prevede la decadenza automatica per i condannati in via definitiva parlamentari, membri del governo, consiglieri regionali, sindaci e amministratori locali nel caso di condanna per reati gravi.

 

Inoltre la legge Severino prevede anche l’incandidabilità e ineleggibilità per chi abbia subito condanne definitive per reati gravi contro la pubblica amministrazione. Il secondo quesito (scheda di colore arancione) riguarda l’abrogazione della Limitazione delle misure cautelari: abrogazione dell’ultimo inciso dell’art. 274, comma 1, lettera c), codice di procedura penale, in materia di misure cautelari e, segnatamente, di esigenze cautelari, nel processo penale. In pratica si chiede all’elettore se vuole abrogare la norma sulla “reiterazione del reato”. Cioè i giudici possono decidere la custodia cautelare in carcere o i domiciliari per una persona durante le indagini (prima del processo), limitando i casi di arresto al pericolo di fuga, inquinamento delle prove e rischio di commettere reati di particolare gravità, con armi o altri mezzi violenti. Terzo quesito (scheda gialla) riguarda la separazione delle funzioni dei magistrati. Abrogazione delle norme in materia di ordinamento giudiziario che consentono il passaggio dalle funzioni giudicanti a quelle requirenti e viceversa nella carriera dei magistrati. All’elettore si chiede se vuole vietare ai magistrati di passare dal ruolo di giudici (che appunto giudica in un procedimento) a quello di pubblico ministero (la parte che accusa e coordina le indagini), e il contrario. In sostanza oggi giudici e Pubblici Ministeri condividono la stessa carriera e il quesito chiede se si vuole che la scelta se diventare giudice o pubblico ministero venga fatta all’inizio. Il quarto quesito (scheda grigia) riguarda la partecipazione dei membri laici a tutte le deliberazioni del Consiglio direttivo della Corte di cassazione e dei consigli giudiziari. Abrogazione di norme in materia di composizione del Consiglio direttivo della Corte di cassazione e dei consigli giudiziari e delle competenze dei membri laici che ne fanno parte.

 

Si chiede all’elettore se vuole che l’operato del magistrato possa essere valutato dai membri di Consiglio direttivo della Cassazione e dei consigli giudiziari. Al momento ciò non avviene perché la Legge del 2006 lo impedisce. Il quinto quesito (scheda verde) riguarda l’abrogazione di norme in materia di elezioni dei componenti togati del Consiglio superiore della magistratura. All’elettore viene richiesto se vuole cancellare la norma che impone al magistrato di raccogliere da 25 a 50 firme per candidarsi al Consiglio Superiore della Magistratura. I quesiti appaiono semplici e chiari, ma potranno avere efficacia soltanto se riscontrati dall’affluenza del 50 più 1 degli aventi diritto, quorum costituzionale. I dati non fanno bene sperare: l’ultimo referendum abrogativo svoltosi in Italia, quello del 2016 sulle trivelle, l’affluenza è stata del 31, 2 per cento. Complessivamente in Italia si sono tenuti 67 referendum abrogativi con un’affluenza media del 52 per cento: 39 hanno superato il quorum e 28 no. Dei 39 quesiti che hanno superato il quorum, in 23 hanno vinto i Sì (quindi c’è stata effettivamente l’abrogazione) e in 16 i No. Al momento ultimi sondaggi (dell’istituto SWG), indica che è estremamente improbabile che questi 5 referendum sulla giustizia riescano a superare il quorum. Informare e spiegare resta sempre l’arma migliore nell’interesse dei cittadini. Certo, se viene a mancare l’interesse della politica o di alcune caste il “il quorum si abbassa di parecchio”. Non dimentichiamo la famosa frase italica pronunciata da Tancredi, nipote del principe Fabrizio Salina nel celebre romanzo “Il Gattopardo” di Giuseppe Tomasi di Lampedusa: Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”.

 

Oreste Roberto Lanza