A Senise la mostra sull’artista Simo De Florentia
La mostra multimediale rientra nel Cammino delle letture
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Uomo di grande fede, ma soprattutto vicino ai cittadini nel momento del bisogno. Così Nova Siri ricorda Don Michele Cirigliano, storico parroco della cittadina jonica che si è spento ieri all'età di novanta anni. Don Michele, era nato a San Giorgio Lucano nel 1928. Arrivò nel lontano 1958 a Nova Siri, dove ha praticamente trascorso “una vita”. Figura notoriamente vivace e autorevole, non ha mai mancato di suscitare osservazioni critiche all’interno della comunità, per la sua capacità di interagire con il tessuto sociale anche attraverso un’indiscutibile tensione operativa. Nel 2009 cessò la sua attività di Parroco, ma mai quella di sostenitore verso i più bisognosi. Il Sindaco per l'occasione ha proclamato il lutto cittadino. I funerali saranno celebrati oggi pomeriggio alle ore 15.00 nella Chiesa a Nova Siri Scalo.
La luce della grotta del presepe della Chiesa Madre di Senise illumina la Basilicata del 2019, quella di Matera Capitale Europea della Cultura e delle tante attese che su questo evento hanno proiettato i lucani. Il presepe che da sempre rappresenta il fulcro delle cerimonie religiose natalizie dei senisesi è ambientato quest’anno nella città dei Sassi, e raffigura scorci del millenario paesaggio murgiano e delle case scavate nella pietra, sulle quali campeggia la cattedrale in stile romanico con il suo inconfondibile profilo medievale, dedicata alla Madonna della Bruna e a Sant'Eustachio, chiesa madre dell'arcidiocesi di Matera-Irsina. Monumento imponente e spettacolare che svetta sulla distesa di pietre che formano quell’intenso paesaggio divenuto patrimonio dell’UNESCO che è rappresentato dai Sassi, simbolo del riscatto di Matera e dell’intera Basilicata.
Nel presepe di Senise la riproduzione della cattedrale è perfetta e suggestiva insieme agli scorci dei Sassi e all’imponente costone murgiano nel quale sono riprodotte anche le cavità delle chiese rupestri. In primo piano, poi, la grotta della natività è semplice ed essenziale. Gesù nasce in una grotta rocciosa, tipica dell’essenzialità brulla della natura della Murgia Materana, mentre in cielo pieno di stelle scorrono i colori dell’alternarsi del giorno e della notte.
Ancora una volta il paesaggio materano racconta la Palestina, come avvenne nelle celebri pellicole di Pasolini e Mel Gibson, grazie a un'affinità morfologica straordinaria.
“Abbiamo voluto riprodurre il paesaggio di Matera –ha spiegato il parroco don Pino Marino- per celebrare l’anno della Capitale Europea della Cultura 2019 ricordando però che vera cultura europea, che unisce e fa grande l’Europa, è la cultura cristiana, la cultura delle cattedrali e delle chiese di cui sono disseminati i nostri territori”.
Anche la fedele riproduzione della cattedrale ha un significato ben preciso. “La cattedrale di Matera –ha precisato don Pino- è stata costruita nel 1270 lo stesso anno in cui è stata costruita la chiesa di San Francesco di Senise”. Un particolare che non è sfuggito al parroco, che ha voluto gettare un ponte ideale fra Senise e la Capitale Europea della Cultura per il 2019 per unire intorno a Dio fatto uomo l’unica storia della salvezza che accomuna tutta la cristianità e che oggi dovrebbe essere l’eredità che unisce tutta l’Europa, in un momento di grande difficoltà dell’identità unitaria del nostro antico continente.
Sempre ricca e ben organizzata la squadra che ha realizzato l’opera presepiale, che porta avanti una tradizione che dura ormai da anni e che fa del presepe della Chiesa Madre il punto di riferimento dell’intera comunità nel periodo natalizio e che non ha mai conosciuto interruzioni.
Francesco Addolorato
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