Il nostro registro tumori è accreditato AIRTum, è uno dei più aggiornati in Italia
Insieme alle numerose emergenze ambientali, questione rilevante e importante per i cittadini lucani è quella sul proprio stato di salute. La Basilicata pare continui a scontare ritardi in merito al registro generale dei tumori, tenuto sulla base della popolazione regionale e la sua attività, così come definita a livello nazionale e internazionale. Molti i numeri e le parole che seguono senza una dovuta certezza sul reale stato di salute dei cittadini lucani. Chi meglio dell’I.R.C.S.S –CROB di Rionero in Vulture, diretto dalla dottoressa Cristiana Mecca, può fornire dati e statistiche precise sullo stato di salute degli uomini e donne lucane. Direttore amministrativo dal febbraio 2018 dell’I.R.C.S.S –CROB di Rionero in Vulture, un curriculum composto di capacità e competenza. Maturità classica prima, laurea in Giurisprudenza poi. Infiniti i corsi di formazione e specializzazione frequentati nell’ambito della pubblica amministrazione con vari incarichi al seguito. Un impegno continuo per attenzionare al meglio la salute del territorio lucano.
“Dottoressa Mecca come sta la Lucania dal punto di vista oncologico? Si parla spesso di un registro dei tumori incompleto per la mancanza di dati di molti comuni. Perché i comuni non comunicano i dati? Sono problemi di natura tecnica, informatica oppure c’è dell’altro?
“Il registro Tumori di Basilicata, attestato all’Irccs Crob, è accreditato all’Associazione Italiana Registri Tumori ed è uno dei più aggiornati d’Italia. L’accreditamento AIRTum è il frutto di un lavoro certosino e, per continuare a godere di tale marchio, il Registro Tumori di Basilicata è sempre sottoposto a scrupolose verifiche e all’aderenza ai criteri predisposti dall’Associazione nazionale. Per dare risposte e dati in merito a questo prezioso strumento occorre avere una conoscenza ed una chiara competenza in materia. Il responsabile del registro Tumori di Basilicata è il dott. Rocco Galasso e soltanto grazie al suo supporto ed alla sua consulenza è possibile fare chiarezza sulla questione. Fatta questa doverosa premessa, possiamo dire che il Registro Tumori non è incompleto, ed i comuni non rappresentano alcuna fonte primaria o secondaria di dati che confluiscono nel registro che invece sono le schede di dimissione ospedaliera, i referti di anatomia patologica, le schede di morte e le cartelle cliniche. Ai comuni vengono richieste informazioni relative soltanto ai dati anagrafici e pertanto vengono attivate solo per controllo e verifica di informazioni già presenti nel registro e acquisite attraverso le fonti primarie (SDO – dipartimento salute e Schede di morte – Aziende Sanitarie territoriali ASP e ASM). Tali informazioni riguardano essenzialmente la residenza, nello specifico, viene verificata la data in cui si è verificato un cambio di residenza se la stessa risulta vicina alla data di incidenza, e la data di morte qualora vi siano informazioni contrastanti”.
Nei dati di incidenza 2015, che continuano ad essere incompleti, rispetto a quelli del 2014, per i maschi si nota una diminuzione per i tumori al colon (da 188 a 160), un aumento di quelli della pelle (413 nel 2014, 431 nel 2015) una diminuzione quelli della vescica e un aumento per quelli del polmone. Per le donne un aumento per il colon (rispetto al 2014) per la pelle resta costante; in aumento quelli al seno. Queste le situazioni tumorali più diffuse. Di questi dati qual è la cosa che più la preoccupa tendenzialmente?
“I dati di incidenza sono completi per il 2015 così come per tutti gli anni precedenti. Ad una prima lettura potrebbe sembrare incompleta la non presenza di tumori in piccole comunità o la assenza del numero di casi in presenza del tasso di incidenza. I tumori sono in diretta relazione con la numerosità della popolazione e con l’età della stessa (più persone più tumori; più anziana la popolazione più tumori) ogni sede fra l’altro ha una sua specifica frequenza ed è pertanto evidente come piccole comunità, e in Basilicata sono tanti i piccoli comuni possano non avere tumori di sedi specifiche in un anno. Inoltre, l’assenza del numero dei casi in presenza del tasso di incidenza è invece un obbligo determinato dalla necessità di rendere non identificabile il malato di tumore in contesti ristretti in cui le conoscenze sono dirette. Limitarsi solo al numero di casi nel valutare aumenti o diminuzioni è un errore in quanto le variazioni si possono solo evidenziare paragonando i tassi di incidenza standardizzati che hanno eliminato nella modalità di calcolo quelle che sono le differenze della struttura di popolazione (numerosità ed età della stessa). Infatti, a fronte di un aumento dei casi del tumore del colon nei maschi 2014-2015 come riportato i tassi di incidenza mostrano una diminuzione dal 42.6 al 34.4 (per 100.000 abitanti).
2014 | 2015 | |
Vescica M | 44.6 | 38.5 |
Polmone M | 44.6 | 45.8 |
Colon F | 20.0 | 23.1 |
Mammella F | 103.1 | 103.3 |
Premesso che ogni caso di tumore è una preoccupazione, dal confronto con i dati italiani di incidenza non si rileva alcuna criticità sia relativamente al dato nazionale rispetto al quale siamo posizionati al di sotto, sia rispetto a quello del centro e sud Italia, con i quale siamo sostanzialmente in linea. La preoccupazione può nascere solo in presenza di particolari eccessi”.
Uno dei fattori che inquinano la salute dei Lucani è sicuramente legata alla questione del petrolio. Ci sono altri fattori inquinanti che negli ultimi decenni hanno contribuito alla crescita di fattori tumorali tra le varie comunità territoriali?
“La questione è all’attenzione di tutti gli organi preposti a vigilare. Per quello che riguarda il Centro di Riferimento Oncologico di Basilicata esso è un Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico a rilevanza nazionale e persegue le finalità di ricerca clinica e traslazionale in campo biomedico, farmacologico e dell’organizzazione e gestione dei servizi sanitari unitamente a prestazioni di ricovero e cura di alta specialità. Il Crob si occupa della ricerca per trovare una cura ai tumori, della cura per dare il meglio ai pazienti che ci scelgono e ripongono la loro fiducia nei nostri professionisti e nella nostra struttura, e per le attività di sua competenza promuove la scienza, quella con la S maiuscola che si esprime soltanto con dati certi basati sulle evidenze”.
Oltre ad avere un servizio sanitario efficiente, comuni che facciano veramente gli ufficiali sanitari sul territorio, qual è un'altra soluzione per ridurre l’incidenza tumorale sulla popolazione? In un tempo, diciamo di dieci anni, cosa fare di fattivo?
“A mio parere occorrerebbe promuovere, con politiche dedicate e a forte impatto emotivo, corretti stili di vita, dalla dieta all’attività fisica, per l’adulto e per il bambino. Di fatto i fattori di rischio che incidono maggiormente sull’insorgenza dei tumori sono proprio ascrivibili a comportamenti sbagliati come tabacco, dieta, sovrappeso, inattività fisica, alcol così come riportato dalla tabella stilata dall’Agenzia Nazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC). Parallelamente è necessario promuovere l’aderenza agli screening oncologici, la più valida forma di prevenzione ad oggi messa in campo dalla nostra Regione. Dal 2001 in Italia i programmi di screening oncologici sono inclusi nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). Ogni Regione deve pertanto garantire ai suoi cittadini l’attivazione di programmi organizzati di alta qualità che prevedano non solo l’offerta attiva e gratuita dei test di screening, ma anche gli eventuali approfondimenti diagnostici, i trattamenti e i follow up. L’ultimo Piano Nazionale della Prevenzione 2014-2018 (prorogato anche per l’anno 2019 dall’Intesa Stato-Regioni del 21.12.2017), riconoscendo la priorità strategica dei programmi di screening per la salute della popolazione e la loro acquisita capacità di assicurare un’adesione stabilmente soddisfacente in termini di Livelli Essenziali di Assistenza (mammella 60%, cervice 50%, colon 50%), si è posto l’obiettivo centrale di aumentare l’estensione reale dei programmi di screening alla popolazione target (per ognuno dei 3 tumori oggetto di screening). La Regione Basilicata sostiene da anni una politica sanitaria a favore della prevenzione delle patologie oncologiche basate sulla diagnosi precoce delle stesse, anche mediante l’attivazione di specifici programmi di screening e l’IRCCS CROB è stato individuato quale soggetto cui compete la gestione operativa delle attività e centro regionale di riferimento”.