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Cultura arbëresh poesia, suono e immagini i percorsi creativi di Enza Scutari

Quando si spegne una voce buona, perbene e di eccellenza culturale della nostra Lucania, della valle del Sinni, non resta che uno scritto, due gocce d’inchiostro per lasciare una traccia indelebile al ricordo perché essi si rigeneri sempre nel tempo.Qualche giorno fa è venuta a mancare Enza Scutari (Vincenzina Cetera nei registri civili). Grande poetessa, voce contemporanea significativa nella cultura arbëresh. Nata a Farneta Castroregio, in provincia di Cosenza, nel 1926, da sempre legata alla comunità di San Costantino Albanese piccolo borgo in provincia di Potenza, dove visse e lavorò per oltre quarant'anni.

Poetessa e scrittrice con l’uso sia dell'arbëresh che la lingua italiana; tradusse poesie di Neruda, García Lorca e Ungaretti da italiano e spagnolo in lingue arbëresh, ha ricevuto importanti riconoscimenti, il Premio della Cultura della Presidenza del Consiglio italiana il più significativo. Autrice di opere in prosa sia in arbëresh che in italiano, tra cui “Bubuqja” (1984), “Pllaka rrëfien…vita e storia di una comunità albanese della Lucania attraverso la ‘voce’ della sua gente”, “Garcia Lorca Poesie inedite” (1986), “La ragione delle farnie” (1991),

“Malli i shpirtit-Poezi të zgjedhhura” (2000), “Il tempo degli angeli biancospini” (2004) e ultima nel 2005 “Intervista impossibile”. Un viaggio poetico di grande intellettuale lucana intrecciato con i suoi forti interessi letterari, la fede religiosa e altre forme di espressione artistica, come la pittura e la musica, collegato alle attività educative come insegnante una vera e propria missione di vita. Per San Costantino Albanese, sarà un vuoto incolmabile, per la Lucania un intellettuale in meno legata alla cultura di questo territorio.

 

Oreste Roberto Lanza