Un luogo di storiche tradizioni con genti semplici e ricche di animo
Quando si arriva in questo borgo lucano, posto a 676 metri sul livello del mare, l’idea che coglie un po' tutti è quello di andare a visitare il famoso Palazzo del Piacere del XV secolo con un portale in pietra: luogo dove i Pignatelli esercitavano lo ius primae noctis. Noepoli, con 859 abitanti nella provincia di Potenza, è ricordato in un documento della seconda metà del dodicesimo secolo, dove si parlava dello Stato di Noia figura dipendente dalla Calabria; un secolo più tardi lo si ritrova incluso nella Basilicata perché nella seconda metà del tredicesimo secolo la Basilicata si estendeva oltre la valle del Sinni fino a Rocca Imperiale. Fu chiamato Noja fino al 16 giugno 1863 quando mutò in Noepoli per la velleità che prese in quel tempo molti paesi di avere nomi sonori, così affermano alcuni scritti e pagine storiche di questo luogo (dal libro Noepoli di Giuseppe Santulli). Nei diversi scavi, praticati molti decenni fa, per ricerche archeologiche, nelle adiacenze e nei dintorni del castello, furono trovate tombe romane, lance, e lucerne. Questo a molti storici ha fatto pensare che l’origine di Noepoli vada ricercata al di là dell’Era cristiana, probabilmente ai tempi del primo impero, cioè quelli susseguiti alla morte addirittura di Giulio Cesare.
Un luogo ricco di storia dove il documento più antico che si conosce di Noia risale al 1133, epoca in cui il territorio faceva parte della contea di Chiaromonte ed aveva come feudatario Roberto il Normanno, che spogliò la gente del paese di tutto il loro bestiame grosso e minuto. Luogo di incanto e ricco di storia, tanto che arrivando si resta indecisi da dove iniziare la visita: dalla città vecchia, intorno al castello (Torretta e Terra) o il borgo detto Casale? Un paesino singolare con due porte di accesso, dove salendo dalla parte occidentale, si incontra il famoso Iacuvill, chiamato così comunemente dai Noepolesi, una pietra tombale del quindicesimo secolo raffigurante un pellegrino dormiente su un cuscino. Si dice che un certo Giacomo Ionata dedicò questo sarcofago in pietra al pio Giacomo Fortunato, compianto da tutti i cittadini Noiani per la sua bontà e generosità. In piazza Marconi campeggia il castello feudale, la Torretta, a ricordo della vecchia torre del castello, e la chiesa parrocchiale, sotto il titolo della “visitazione Beata Vergine Maria”.
Fu sede di Pretura fino al 1964, qui nacque un valente giurista e deputato del parlamento, Antonio Rinaldi figlio del notaio Vincenzo Rinaldi e di Maria Paola Mango. Da visitare il palazzo Rinaldi con un portale del 1845 dove troneggia ancora lo stemma gentilizio. Luogo di forte religiosità con quadri e documenti religiosi, da vedere ed apprezzare la chiesa di Maria del santissimo Rosario, con ben 14 parroci che si sono alternati dal 1827. Storia, tradizioni, ambiente salubre, tanta gastronomia da gustare, in particolare il baccala alla lucana: peperoni sott'aceto, olio, sale e pepe; senza dimenticare la frittata di lampascioni con uova e pecorino e la minestra maritata, le polpette di carnevale cocuell , la cuccíache si fa il giorno di Santa Lucia, grano cotto. Per i dolci vi lascio il palato vuoto, solo perché un salto va fatto assolutamente per gustarli direttamente: ricordatevi dei cavzuncin e la pitta di sanguinaccio. Diceva Marcel Proust: “Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi”. Quando si arriva a Noepoli succede questo, quando si riparte, Noepoli lo vivi tre volte: quando lo sogni, quando lo vivi e quando lo ricordi.