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Potranno candidare al FAI, attraverso il bando pronto a marzo 2021, una richiesta di recupero o valorizzazione

Nel 2020,con ben 2.353.932 voti, gli italiani hanno voluto dimostrare il loro amore per il patrimonio culturale e ambientale italiano: il miglior risultato di sempre per il censimento del FAI. Una partecipazione sorprendente che nell’anno del dramma del Covid-19si carica di significato e racconta di un’Italia coesa, vitale e fiera delle proprie bellezze, che guarda al futuro con speranza, nonostante tutto. Era il 6 maggio 2020 quando, nel pieno dell’emergenza Coronavirus, il FAI – Fondo Ambiente Italiano dava il via con grande passione civile alla decima edizione de “I Luoghi del Cuore”, promossa in collaborazione con Intesa Sanpaolo. L’invito rivolto agli italiani, potente e di notevole impatto emotivo, era quello di esprimere l’amore per il proprio Paese in un momento di così grande difficoltà, votando i luoghi a loro più cari, quelli di cui avevano sentito fortemente la mancanza nei giorni passati giocoforza chiusi in casa ea cui avrebbero voluto assicurare, grazie a questo censimento, tutela e valorizzazione. E la risposta a questa esortazione è stata davvero eccezionale: i voti raccolti fino al 15 dicembre, giorno di chiusura dell’iniziativa, sono stati 2.353.932, il miglior risultato di sempre, con oltre 39.500 luoghi segnalati in 6.504 Comuni d’Italia(l’82,3% del totale).

A vincere questa edizione del censimento del FAI non sono stati solo i luoghi più votati, con le loro storie affascinanti e la loro necessità di cura, restauro e attenzione, ma anche l’intero patrimonio culturale e ambientale italiano, il cui immenso valore per la collettività in termini di identità, memoria, legami sociali, esperienze di vita e speranze future emerge limpidamente scorrendo la variegata classifica dei “Luoghi del Cuore” (consultabile sul sito www.iluoghidelcuore.it). Un progetto di sempre maggiore successo, con oltre9.630.000 voti raccolti in totale dalla prima edizione del 2003 a oggi, in grado di amplificare in modo semplice e diretto il bisogno di essere ascoltati di tantissimi cittadini, ben consapevoli che abitare in centri urbani, piccoli o grandi che siano, con un tessuto tutelato e valorizzato, rappresenti un elemento di benessere, tanto quanto l’essere circondati da un paesaggio e da un ambiente ben conservati. Se è vero che da Lombardia, Sicilia e Piemonte– le tre regioni più attive con rispettivamente 328.591,301.826 e 241.727 voti raccolti – sono arrivate più di un terzo delle segnalazioni totali, la mappa dei siti amati coinvolge tutto il territorio nazionale e stupisce per eterogeneità di tipologie: dalle chiese alle aree naturali, dai castelli ai borghi, dalle aree archeologiche ai giardini urbani, dalle ferrovie ai ponti, anche in questa edizione del censimento è andata in scena una perfetta rappresentazione dell’inestimabile ricchezza culturale del nostro Paese. A sorpresa, è stato il Molise, nelle altre edizioni sempre abbastanza defilato, la Regione con più voti in rapporto al numero di abitanti, mentre la Liguria è al primo posto per voti in rapporto alla sua superficie.

Ma qual è il motivo che spinge a partecipare al censimento “I Luoghi del Cuore”? Dare valore e garantire tutela, attraverso il FAI, all’“eredità culturale” dei territori, intesa – secondo la definizione riportata nella Convenzione di Faro, finalmente ratificata dall’Italia lo scorso settembre – come “un insieme di risorse ereditate dal passato chele popolazioni identificano, indipendentemente da chi ne detenga la proprietà, come riflesso ed espressione dei loro valori, credenze, conoscenze e tradizioni”.
La decima edizione del censimento si è contraddistinta per l’attenzione registrata dalle due classifiche speciali lanciate all’avvio dell’iniziativa. La prima, dedicata ai Luoghi storici della salute in omaggio al personale sanitario impegnato nella lotta al Covid-19, ha visto trionfare la Chiesa e l’Ospedale di Ignazio Gardella ad Alessandria, al 5° posto della classifica nazionale con 30.391 voti. La seconda classifica speciale riguarda invece l’Italia sopra i 600 metri, territori di grande valore ambientale e storico, con pochi abitanti e un notevole potenziale, ma spesso caratterizzati da problemi di dissesto idrogeologico, dalla mancanza di infrastrutture, servizi e risorse economiche oltre che da una forte tendenza allo spopolamento, a cui da tempo il FAI si impegna a dar voce. A vincere è stata la Ferrovia Cuneo-Ventimiglia-Nizza, ma il premio in palio, non cumulabile con quello assegnato al vincitore assoluto del censimento, spetta all’Eremo di Sant’Onofrio al Morrone a Sulmona (AQ), complesso arroccato su una rupe affacciata sulla Valle Peligna e legato a Papa Celestino V, al 9° posto della classifica nazionale con 22.442 voti.
La classifica vede:
• al 1° posto la Ferrovia Cuneo-Ventimiglia-Nizza
• al 2° posto il Castello e Parco di Sammezzano a Reggello (FI)
• al 3° posto il Castello di Brescia
• al 4° posto la Via delle Collegiate a Modica (RG)
• al 5° posto l’Ospedale e la Chiesa di Ignazio Gardella ad Alessandria
Al primo, secondo e terzo luogo classificato del censimento “I Luoghi del Cuore” 2020– Ferrovia Cuneo-Ventimiglia-Nizza, Castello e Parco di Sammezzano e Castello di Brescia –saranno messi a disposizione da FAI e Intesa Sanpaolo, solo a fronte della presentazione di un progetto da concordare, contributi di 50.000, 40.000 e 30.000 euro, a cui si aggiungeranno5.000 euro extra per i due siti che hanno superato 50.000 voti. Il premio di 20.000 euro in palio per i vincitori delle classifiche speciali Luoghi storici della salute e Italia sopra i 600 metri, verrà assegnato, rispettivamente, all’Ospedale e Chiesa di Ignazio Gardella e all’Eremo di Sant’Onofrio al Morrone; quest’ultimo lo riceverà al posto della Ferrovia Cuneo-Ventimiglia, poiché in nessun caso i premi sono cumulabili. Stesso discorso per il premio messo in palio per il luogo che ha ricevuto più voti via web, per il quale il FAI curerà la realizzazione di un video storytelling: il destinatario sarà il Ponte Acquedotto di Gravina, che lo riscuoterà al posto del Castello di Sammezzano.
In più, i referenti dei luoghi che hanno ottenuto almeno 2.000 voti, potranno candidare al FAI, attraverso il bando che verrà lanciato a marzo 2021, una richiesta di recupero o valorizzazione, legata a progetti concreti, attuabili in tempi certi e dotati di un cofinanziamento che assicuri un sostegno reale. Come nelle scorse edizioni, FAI e Intesa Sanpaolo selezioneranno entro novembre i luoghi vincitori.
Il FAI si farà inoltre portavoce di tutte le segnalazioni ricevute e, anche attraverso l’azione capillare delle sue Delegazioni presenti su territorio nazionale, solleciterà le istituzioni preposte affinché diano attenzione ai luoghi, sensibilizzando in particolare i Sindaci di tutti i 6.504 Comuni coinvolti e tutte le Regioni.

La classifica dei luoghi più votati in Basilicata (da classifica nazionale i luoghi che hanno ottenuto almeno 2.000 voti) troviamo:
27° 10.545 Tempio di Hera, già “Cattedra” di Pitagora, in Megale Hellas, Metaponto (MT)
82° 4.784 Monastero di Sant’Ippolito – Monticchio, Atella (PZ)
115° 3.567 Chiesa Santa Maria del Soccorso, Muro Lucano (PZ)
174° 2.513 Città di Matera
216° 2.033 Antica Filanda De Rosa, Laurenzana (PZ)


Luoghi della classifica speciale “Italia sopra i 600 metri”
Tempio di Hera, già “Cattedra” di Pitagora, in Megale Hellas, Metaponto (MT)
Il Tempio delle Tavole Palatine o Tempio di Hera è in buono stato di conservazione ed è aperto al pubblico. Fu edificato nel VI sec. a.C. accanto al fiume Bradano, su ciò che rimaneva di un villaggio neolitico, a circa 3 km dall’antica città di Metaponto. I suoi resti mostrano il piano di calpestio della cella (naos) dove solitamente era custodita la statua della divinità, dotata di uno spazio precluso ai fedeli e destinato agli officianti del culto per funzioni religiose (adyton) e di un vestibolo anteriore (pronao). Le imponenti colonne superstiti sono ben 15, in calcare locale come il resto dell’edificio, ciascuna con 20 scanalature e capitelli di ordine dorico. Restaurato nel 1961, era stato inizialmente attribuito al culto della dea Atena; successivamente sul frammento di un vaso venne rinvenuta una dedica votiva alla dea Hera. Il tempio era anche chiamato “Scuola di Pitagora”, in memoria del grande filosofo che lì fondò la sua scuola. Il bisogno di questo luogo, secondo il comitato “I pitagorici di Grecia e Magna Grecia” che si è mobilitato per la raccolta voti al censimento “I Luoghi del Cuore”, è quello di essere adeguatamente valorizzato.


Monastero di Sant’Ippolito – Monticchio, Atella (PZ)
Sull’istmo che separa i due laghi ai piedi del Monte Vulture si trovano i ruderi del Monastero di Sant’Ippolito. Datato sul finire del X secolo, il sito fu abitato da monaci benedettini insediatisi nell’area, che furono costretti ad abbandonarlo dopo il terremoto del 1456. Nel 1963 vennero condotte le prime indagini in alcuni ambienti, in particolare presso la chiesa più antica, la cosiddetta trichora, ascrivibile al X-XI secolo d.C., nella chiesa con campanile attiva tra XII e XV secolo d.C. e nell’area del contemporaneo chiostro. Le campagne di scavo sono proseguite fino al 2011, permettendo di ampliare le informazioni sulla storia del complesso. Il comitato “Monticchio luogo del cuore – Sant’Ippolito” si è impegnato a raccogliere voti per il bene nella speranza che le ricerche proseguano e che i ruderi vengano valorizzati. Il Monastero, che rientra nella classifica speciale Italia sopra i 600metri, fa parte dell’area dei Laghi di Monticchio, giunti al 6° posto nazionale al censimento 2018 con 31.906 voti. In seguito a tale risultato e alla richiesta di contributo presentata dal Parco Regionale del Vulture, FAI e Intesa Sanpaolo hanno scelto di finanziare un intervento di valorizzazione dell’area, ancora in attesa della definizione di dettaglio.

Chiesa Santa Maria del Soccorso, Muro Lucano (PZ)
La chiesa, a tre navate, nasce dall’unificazione di tre cappelle seicentesche adiacenti, ma in origine indipendenti l’una dall’altra, ognuna con il proprio altare e il proprio ingresso. È caratterizzata da pitture a tempera di soggetto religioso, naturalistico, architettonico e da un pregiatissimo altare in marmo policromo nel quale si colloca la statua lignea della Vergine. Sulla volta spicca la rappresentazione barocca della Madonna del Soccorso che protegge un fanciullo e scaccia il maligno con un bastone, incorniciata da elementi decorativi, mentre sul catino absidale è raffigurato Dio Padre che dall’alto benedice i fedeli, circondato da schiere di angeli con strumenti musicali. La cantoria lignea è invece decorata con scene di vita campestre, paesaggi, uccelli, fiori, stemmi, la rosa dei venti e i punti cardinali. I Luoghi del Cuore contribuiranno a far conoscere a più persone la Chiesa di Muro Lucano.

Città di Matera
Le prime testimonianze storiche, archeologiche e antropologiche di Matera, città dove è stata scritta un’intensa pagina di storia della civiltà, risalgono all’epoca preistorica e protostorica. Il complesso dei Sassi con l’Altopiano Murgico è stato iscritto nel 1993 nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, avendo anche costituito negli anni Cinquanta il polo di una tensione culturale e progettuale che vide in Matera una sede emblematica di sperimentazione urbanistica e in Adriano Olivetti(1901–1960), tra gli altri, un illuminato interprete. A caratterizzare il territorio è la calcarenite, una roccia tenera e porosa, facilmente scavabile. I Sassi e il Parco Archeologico e Storico Naturale delle Chiese Rupestri sono oggi un esempio straordinario di paesaggio culturale in cui l’opera della natura e dell’uomo appaiono armonicamente coniugate. La città è votata alla decima edizione de “I Luoghi del Cuore” per la sua unicità e bellezza.

Antica Filanda De Rosa, Laurenzana (PZ)
L’industria della lana era pienamente attiva in Basilicata tra il 1870 e il 1950 e numerosi erano gli opifici come l’Antica filanda De Rosa, che si è ben conservata grazie all’amore e all’attenzione dei suoi proprietari. Ubicata nel Comune di Laurenzana si trova adiacente la piazza a sud del paese denominata Largo Fiera, luogo designato agli scambi commerciali fin dall’antichità. Fu concepita con diversi magazzini e locali disposti intorno al nucleo produttivo, rimasto inalterato con i suoi macchinari e le sue attrezzature; è dotata di soffitto con travi in legno di castagno e pavimentazioni con grandi pietre squadrate dette “chianche”. Di proprietà della famiglia De Rosa che la fondò agli inizi del Novecento, funzionò a pieno regime oltre la soglia degli anni ’80 del XX secolo. L’ultimo proprietario, Rocco De Rosa, in maniera lungimirante, continuò a mantenerla attiva per impedirne il degrado. Oggi i macchinari dismessi sono potenzialmente funzionanti e tramandano la memoria di un luogo e di una tradizione fondamentali nella storia dell’industria tessile lucana.