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via crucis basilicata

 

I riti della Basilicata hanno radici antiche e sono collegati a quelli della Puglia

I riti della settimana santa in Basilicata hanno origini che si perdono nella notte dei tempi. Sono differenti rispetto alle regioni confinanti; in particolare con la Puglia, dove durante la settimana santa, preminenti sono le processioni dette dei Misteri, perché costituite da più simulacri che raccontano visivamente i vari momenti della Passione. La più antica è quella di Taranto, la città dei due mari. In Lucania è ben difficile che si svolga questo tipo di processione in diversi giorni. Nella sola giornata del venerdì santo, in Lucania, vi sono diverse manifestazioni religiose esterne, fuori dalla liturgia ufficiale. La cornice di eccellenza è quella di Matera: “Mater Sacra”, una struggente rievocazione della passione di Cristo ambientata nei sassi. Momento di grande coinvolgimento emotivo che vede protagonista la Murgia e l’intera Gravina con la riproposizione della crocifissione di Gesù e dei due ladroni. Un evento che regala al visitatore lo stupore di una narrazione raccontando la resurrezione del Signore. Non da meno le rappresentazioni che si svolgono nel comprensorio Vulture-Melfese, in provincia di Potenza, a Barile, Rapolla, Rionero, Atella, Maschito e Venosa.
A Venosa, città di Quinto Orazio Flacco, poeta lucano, il venerdì santo, si assiste alla Sacra Rappresentazione della Passione, Morte e Resurrezione di Gesù, con testi tratti dal “Gesù di Nazareth” di Franco Zeffirelli. I riflettori si accendono sui monumenti più belli della città del poeta Orazio: in piazza San Giovanni de Matha è ambientata la scena dell’ultima cena con l’allestimento del tavolo e delle sedie riprodotti nei minimi particolari secondo lo stile del tempo. Un centinaio di figuranti, cittadini di Venosa, compongono il corteo che incede verso la Villa Comunale o nei pressi della Fontana Angioina, dove, sotto gli occhi della folla, Gesù viene catturato. Poi, in piazza Castello, il processo presieduto dal sommo sacerdote Caifa che fa arrestare il Maestro.
A Rionero in Vulture, nella via crucis è presente anche Malco. Incappucciato, con le scarpe calzate di traverso, fustiga le persone e indica la punizione di coloro i quali, ciechi, hanno condannato è offeso Gesù. Non può mancare Giuda che vaga per tutta la processione inseguito dalla Tentazione, bella e misteriosa, che ricorda il demonio che si è impossessato di lui e lo induce al tradimento.
A Rapolla la processione è accompagnata dalle “dolenti”: ragazze nubili vestite di nero, in ricordo delle donne piangenti di Gerusalemme al seguito di Gesù. In origine, racconta la storia, la pesante statua del Gesù morto veniva portata dai pastori a lentissimo ritmo.
La rappresentazione di Barile, molto particolare, risale alla metà del ‘600 con chiaro richiamo ad origini albanesi La natura del corteo mostra un'evidente commistione di elementi sacri e profani, personaggi storici si mescolano a figure tipicamente popolari dal forte contenuto simbolico. Nella straordinaria rievocazione, motivo di grande significato è l'oro che copre i simboli e riveste i personaggi. Il personaggio più insolito è la Zingara, la più bella ragazza del paese, abito scintillante e ricoperta dei gioielli della gente più facoltosa di Barile. È lei che, secondo la tradizione popolare, ha acquistato i chiodi per la crocifissione popolare, ha acquistato i chiodi per la crocifissione. Il corteo si chiude con la presenza delle statue del Cristo Morto e dell'Addolorata, preceduti dal sacerdote che invita i fedeli alla preghiera ed alla meditazione dei misteri.
Emozionante e di significato la “Via Crucis Vivente” di Filiano. A differenza delle altre, si svolge in due giorni. Un appuntamento che si ripete ogni anno sin dal lontano venerdì santo del 1984. Cento attori e figuranti che ben raccontano l’ultima cena, in una Piazzetta Pertini trasformata in una piccola Gerusalemme, l’agonia e cattura di Gesù nell’Orto degli ulivi, nel suggestivo scenario di Villa Mancini, per terminare in Piazza SS. Rosario con Gesù tradito da Giuda e Gesù rinnegato da Pietro. A Vietri di Potenza, la manifestazione è giunta alla 43esima edizione con il processo a Gesù, flagellazione e condanna a morte, Via Crucis che si conclude in una zona "nelle vicinanze di uno strapiombo di circa 100 metri", dove viene rappresentato la Crocifissione, il pianto della Madonna e la Pietà.
Suggestivo con molta emozione, quello di Viggianello, piccolo centro in provincia di Potenza. Nella frazione di Pedali, la sofferenza di Cristo viene riproposta, ogni Venerdì Santo, in tutta la sua drammaticità e purezza. A rendere più intenso questo momento liturgico contribuiscono alcune pratiche devozionali: i canti al Calvario, pianti o lamenti, le crisi di cordoglio non controllate e la gestualità rituale nel piangere il Cristo. I testi in dialetto raccontano la Passione, con riferimenti al dramma sacro e al dolore umano, all'autoidentificazione della donna che piange in Maria Addolorata. La mimica gestuale, come la mano in faccia e lacrime vere, raccontano in profondità il lutto in una ipnosi collettiva.
Versione drammatizzata e itinerante del pianto della Madonna, la via crucis, via Matris, di Sant’Arcangelo. Uno spettacolo itinerante composto da 12 scene ambientate nei più belli e suggestivi rioni del centro storico. Lo spettacolo impegna 70 figuranti su un percorso che si snoda per le viuzze della parte vecchia del paese, nel suggestivo rione di Mauro. Momenti di storia ma anche di vera preghiera come una chiamata sussurrata da Dio, quelli che si vivono in Lucania nella settimana santa. La sua efficacia non dipende dalla sola ripetizione delle frasi, ma dall'attenzione concentrata.

Oreste Roberto Lanza